8 settembre 1955

La rivalità tra quartieri è un dato di fatto ma non appena uno dei "sette" si trova in difficoltà scatta la più grande solidarietà. Era  un'otto settembre a metà degli anni 50 quando Recco fu sommersa da una violenta alluvione. Il nostro quartiere era in grosse difficoltà. Il Priore dell'Arciconfraternita, dott. Diena, chiamò a raccolta gli altri quartieri affinché si adoperassero per effettuare la sparata di mezzogiorno. Liceto aiutò il fuochista Carlitto Mosto a sistemare il finale, mentre gli altri quartieri distesero la sparata di circa mille mascoli negli orti e il "Riondino" sul ponte della Madonna. Chi di noi non era impegnato nella sparata andava a "turno" con la "corba" e sia la sparata che i fuochi furono preparati ed eseguiti a tempo di record .

      

8 settembre 1987

Quell’anno la notte tra il sette e l’otto fu per noi particolarmente agitata. Il nostro pirotecnico Bartolomeo Bruscella, di Modugno (Ba), non era ancora arrivato … Il camion che trasportava i fuochi si era rotto a Pescara e appena poterono, stabilirono un contatto con noi. All’epoca non esistevano i cellulari e la casa del buon Romolino Pozzo, fungeva da centrale operativa. In breve si organizzò di andar loro incontro e, fatto il rendez-vous, arrivammo a Recco la mattina dell’otto, alle ore undici! Anche qui scattò la macchina di solidarietà tra quartieri nell’aiutarci a stendere il finale (cosa impossibile ai giorni nostri) e alle 13:20 del pomeriggio lo spettacolo ebbe luogo.

8 settembre 2007

Le abbondanti piogge nel periodo precedente la festa avevano lasciato parecchia acqua nel greto del torrente. Mentre il palista stava procedendo alla pulizia del fiume,  Renzo e Tonino ebbero un'ottima idea, quella di creare una fossa molto profonda, al limite della copertura, per raccogliere più acque possibili. Detto fatto, il palista creò la fossa e le acque iniziarono subito a defluirvi creando una piscina. Durante la notte tra il 5 e il 6 settembre, un caro amico burlone, lanciò alcuni gonfiabili a forma di coccodrillo nella "Piscina" e iniziò a mandarci messaggi con foto di coccodrilli dicendo che avevamo creato una fossa per difendere la sparata dagli "invasori". Alla mattina, visti i gonfiabili, decidemmo di completare l'opera con ombrelloni e cartelli di pericolo.