L'utilizzo di salve e colpi, per i festeggiamenti nelle feste patronali della riviera ligure, hanno una
tradizione antichissima e si fa risalire almeno al XVII secolo. A Recco questa tradizione
risale agli inizi del 1400 ed è legata al culto
della Madonna del Suffragio, patrona e
protettrice della città. Pare che già nei primi dell'ottocento o forse addirittura prima, la gente della frazione di Verzemma si recasse sulla costa del monte verso la Chiesa dell'Ascensione e salutasse il giorno della Natività di Maria con numerosi colpi di fucile. Testimonianze e scritti dell'epoca raccontano che i nuclei di Verzemma e del Ponte (quest'ultimo usava sparare un antico cannone saraceno) si contendessero la palma di primo quartiere cittadino ma tuttora non ci sono certezze su quale dei due sia stato fondato per primo. Nacquero poi tutti gli altri quartieri sino a raggiungere l'attuale numero di sette. Mentre gli altri usavano salutare la Suffragina al passaggio dell'Arca della Vergine durante la processione serale, che attirava numerosi fedeli anche dai paesi vicini, il nostro quartiere, ha sempre sparato a mezzogiorno davanti ad un pubblico per lo più di Recco. Per questo motivo la sparata è detta:
"A SPARÂ DI RECCHELIN" (la sparata dei recchelini).
Ma non sono sempre state rose e fiori, infatti, nell'immediato dopoguerra, il quartiere subì una scissione. A seguito di una disputa per la partecipazione o meno alla festa di S.Rocco, alcuni componenti si divisero eleggendo come loro presidente " ö Gitto dö Manuelo". Un gruppo sparava i mascoli in fondo alla salita della frazione località “O Cannôu” nel corso dei festeggiamenti in onore di San Rocco, parrocchia dalla quale dipendeva e dipende tuttora; l’altro gruppo, sul greto del torrente antistante il Santuario del Suffragio, in occasione dell’otto Settembre. Per fortuna lo strappo si ricucì e il quartiere al completo tornò a sparare in entrambe le feste.
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